Venerdì 11 Ottobre alle ore 21 primo appuntamento di un ciclo di incontri presso la Biblioteca delle Oblate dedicato alle tradizioni orientali e occidentali sui misteri della morte e della rinascita con il “Libro Tibetano dei Morti“. Relatore Daniele Corradetti. Ingresso libero
Tutti sanno che non è possibile conoscere ciò che avviene dopo la morte. Questa affermazione costituisce uno dei dogmi della nostra cultura che è una delle poche a non credere diffusamente nella reincarnazione. Non è questa tuttavia l’opinione dei Tibetani, per i quali la reincarnazione non è solo una credenza ma un dato assodato e profondamente radicato nella cultura locale. Essa -secondo loro- non è solo il frutto del buon senso generale, ma è coerente con le testimonianze di numerosi asceti che hanno ricordato alcune delle loro vite passate, come pure con le testimonianze di bambini nel XIII e XIV secolo che -autoriconosciutisi quali Lama defunti- hanno dato origine al fenomeno dei tulku che è ancora presente. Per i Tibetani dunque studiare o conoscere ciò che avviene dopo la morte non è né un tabù né una cosa impossibile, ma anzi un argomento di studio ricco di interesse.
In questo contesto si inserisce il “Libro Tibetano dei Morti“, uno dei famosi terma o tesori nascosti scritto secondo la tradizione da PadmaSambhava e scoperto da KarmaLingPà nel XIV secolo. La tradizione vuole che a PadmaSambhava fosse richiesto un tantra che racchiudesse l’essenza di tutti i tantra e permettesse la liberazione in una sola esistenza.
Nell’incontro organizzato dall’Associazione Archeosofica e dalla Commissione Cultura del Comune di Firenze presso la Biblioteca delle Oblate tratteremo di questo testo, descrivendo dettagliatamente il percorso del post-mortem secondo la tradizione tibetana.
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